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Plart: un museo dedicato alla plastica

Un museo che racconta la storia della plastica da quando è nata attraverso opere d’arte contemporanea e oggetti di uso comune è il Plart a Napoli al cui interno comprende anche un centro di ricerca e restauro dei polimeri per studiarne caratteristiche e durata nel tempo.



La fondazione Plart nasce nel 2008 da un idea di Maria Pia Incutti imprenditrice e collezionista tra le 100 donne di maggior successo nel 2020 nella classifica di Forbes. La sua passione per il collezionismo di oggetti e manufatti in plastica l’ha portata a fondare un museo dall’ampio respiro internazionale.

L’idea alla base del Plart, il museo della plastica, è quello di raccogliere la storia della plastica in un unico luogo con l’obiettivo di diffondere la conoscenza scientifica e artistica legata ai materiali polimerici. Un progetto ambizioso sostenuto dalla famiglia dell’imprenditrice che tra le opere in esposizione vede protagonisti molti professionisti tra cui architetti, designer, restauratori ma anche chimici che ogni giorno partecipano alle attività del museo ma anche numerosi oggetti che l’imprenditrice stessa ha collezionato nell’arco del tempo.



Il museo ospita una raccolta di plastiche storiche di oltre 1500 pezzi raggruppati tra oggetti di design, uso quotidiano e opere di artisti contemporanei. La collezione offre oggetti come borse, gioielli, lampade, utensili vari di periodi storici e che includono non solo le plastiche moderne come il polietilene e il pvc ma comprende anche materiali come la bachelite.

Il museo non è solo un centro espositivo ma anche di ricerca dotato di un laboratorio che si occupa dello studio e del restauro della plastica tramite operazioni che portano a studiare i materiali storici e quelli contemporanei per comprenderne le caratteristiche e la loro durata nel tempo; questo ha portato la fondazione a far parte del PHEA (Plastic Heritage Association), un’associazione internazionale finalizzata alla condivisione di saperi scientifici.




Il Plart, inoltre, offre attività ludico didattiche, incontri e visite guidate incentrate sul rispetto dell’ambiente. Ed è proprio per il rispetto dell’ambiente che il museo ha deciso di dare una svolta green alla sua collezione. Viste anche le battaglie contro l’inquinamento portate avanti da Greta Thumberg, la fondazione ha deciso di sperimentare l’utilizzo di nuovi materiali non inquinanti per la sua collezione dando una svolta etica al loro lavoro. Sono state create quindi mostre con opere in PLA (acido polilattico) una bioplastica ricavata dall’amido di mais.

L’ultima tappa del progetto Plart verrà inaugurata a fine 2020 ed è l’apertura di una nuova sede del museo, questa volta a Torino, incentrato sulla progettazione creativa e sulla multimedialità coinvolgendo i giovani sulla sperimentazione delle nuove tecniche ecosostenibili che costituiscono il futuro della plastica.



 

Fonti:


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