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La creatività del riciclo: quando la plastica diventa arte

Updated: Jul 7, 2020

La plastica da semplice rifiuto può diventare un elemento artistico? Il termine stesso “plastica” deriva dal greco plastikḗ (tékhnē) e significa l’arte di modellare, formare e plasmare le forme. Questo materiale è stato da ispirazione per molti artisti che hanno realizzato le proprie opere a partire da rifiuti e imballaggi. Un vero e proprio modo innovativo di fare l’arte, che Jane Perkins, Veronika Richterovà e gli artisti della "Cracking Art" hanno recuperato oggetti per trasformarli in capolavori artistici.



Jane Perkins e le opere nate dal riciclo


Jane Perkins, definita la regina del riciclo creativo, è nota per la realizzazione di opere realizzate con materiali di scarto. L’anno scorso a luglio ha partecipato alla mostra artistica “La Ri-Forma dell’arte”di Roma presso il Centro Commerciale Est che aveva come argomento il riciclaggio, fornendo l’occasione ai visitatori del centro di riflettere sul riutilizzo dei materiali nel rispetto del mondo circostante.

L’artista britannica trae ispirazione dagli oggetti trovati, usando conchiglie, giocattoli, bottoni, perline e gioielli come mezzi per reinterpretare le opere d’arte. La sua carriera artistica inizia nel 2006 quando, dopo il diploma in Textiles, deciderà, anche, di dedicarsi alla “traduzione” di celebri opere d’arte in chiave innovativa, puntando sull’approccio ecologico e presentando una tesi sull’applicazione dei materiali riciclati nell’arte e nel design. La filosofia dell’artista si basa sull’idea che in natura non esiste il concetto di “rifiuto”, infatti tutto ciò che viene scartato, se è di origine naturale, viene assimilato dall’ambiente e rimesso in circolo. È una lezione importante che dobbiamo apprendere dalla natura: “produrre oggetti e beni che possano essere assorbiti dall’ambiente ed essere trasformati persino in opere d’arte”. All’esposizione fotografica l’artista ha presentato 14 opere, accompagnate da un’accurata descrizione contenente curiosità e aneddoti sulla realizzazione di ogni singola tela. Ogni quadro è realizzato con materiali di scarto, sfruttando le sfumature di ogni singolo oggetto utilizzato, senza mai adoperare la pittura o altri colori. Le sue opere riproducono quadri d’arte rinascimentale e contemporanea: dalla Gioconda di Leonardo da Vinci, l’opera del 1666 circa di Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, il famoso dipinto impressionista Notte stellata di Van Gogh e i Cinque girasoli. Al Bacio di Gustav Klimt, fino alla Grande Onda di Hokusai, celebre artista giapponese.


Veronika Richterovà e la PET-art sostenibile


L'artista originaria dalla Repubblica Ceca Veronika Richterovà ha definito PET-art“ le sue creazioni artistiche. PET è l’abbreviativo di polietilene tereftalato, il materiale di cui sono composte principalmente le bottiglie di plastica. Dal 2004, Veronika ha viaggiato per oltre 76 nazioni e ha raccolto migliaia di bottiglie che ha trasformato in pezzi d’arte da esposizione. Infatti non poche sono state le mostre a cui ha partecipato, sia individualmente che insieme ad altri artisti contemporanei. La sua brillante intuizione è stata rendersi conto che la plastica scaldata diviene modellabile e se ne può ricavare qualsiasi forma si voglia. Tra le sue mani le bottiglie di plastica rinascono in forme splendide, vive, luminose: fiori, piante, alberi, animali sono i suoi soggetti preferiti, creando un universo fantastico al limite del surreale.

La testimonianza dell'artista:“Il principio è molto semplice: ogni bottiglia in PET tende a diventare più piccola quando viene riscaldata, tuttavia, secondo la mia esperienza, è difficile regolare il processo poiché i diversi tipi di flaconi sono di diversa qualità e il loro comportamento è spesso imprevedibile. Il lavoro è sempre pieno di avventure, la scultura finale è solitamente il risultato di molti esperimenti. Il più grande vantaggio è che c’è un sacco di materiale gratuito in tutto il mondo.”


Cracking Art, l'arte che "rompe" con la plastica


Il nome del movimento deriva dalla parola inglese “to crack”, ovvero incrinarsi, spezzarsi, rompersi, ma "cracking" è anche un processo di trasformazione del petrolio che sta alla base dei prodotti di plastica. Gli artisti della Cracking Art hanno iniziato, a partire dal 1993, un movimento di rottura con la plastica. Si muovono singolarmente, quando ogni artista lavora da solo raccontando la propria visione, e anche in gruppo. Questi artisti espongono in Italia e all'estero opere e installazioni, costituite principalmente da riproduzioni di animali in plastica riciclabile inserite in luoghi di passaggio come strade, piazze, città e con varie mostre in musei e rassegne d'arte contemporanea. L'installazione più famosa è il progetto Regeneration a Milano, dove 12 chiocciole in plastica rosa stanno percorrendo "lentamente" il centro. Perché proprio la chiocciola tra tutti gli animali? Gli artisti della Cracking Art hanno scelto la chiocciola come simbolo ambiguo della contemporaneità. È il segno grafico della comunicazione elettronica veloce, è anche lentezza, una forma di opposizione al caos metropolitano per riappropriarsi della propria vita. È un animale che porta dietro di sé una casa, e invita gli abitanti di Milano a muoversi lentamente e a rallentare i ritmi per apprezzare la vita.



E voi vi siete mai dedicati al fai-da-te per riciclare dei materiali? Condividete le vostre idee.

E se volete cominciare, potete prendere spunto da questi artisti per realizzare delle creazioni uniche. Divertitevi liberando il vostro spirito creativo ecologico!

Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma”- Antoine Lavoisier
 

Fonti:

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