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Il sapore della plastica: i rifiuti sulla nostra tavola

Updated: Jul 7, 2020

Come sarà il sushi del futuro se l'inquinamento causato dalle microplastiche continua ad avanzare inesorabilmente al ritmo attuale?

Lo racconta Sweet Sneak Studio con il progetto "The Microplastic Photo Serie" che mostra alcuni degli alimenti in cui è stata accertata la presenza di microplastiche.



Per informare e sensibilizzare le persone sull’inquinamento da microplastica, l’agenzia di comunicazione danese Sweet Sneak Studio (sede a Copenaghen) in collaborazione con la fotografa Morten Bentzon, ha realizzato "The Microplastic Photo Series", un progetto artistico accattivante che dietro la sua bellezza nasconde un inquietante messaggio. Lo studio, specializzato in food design, ha presentato degli scatti artistici di otto diversi alimenti che tendono a contenere microplastiche, ovvero dei rifiuti di piccolissime dimensioni che vengono rilasciati nell’ambiente una volta che la plastica abbandonata in natura si degrada. Sweet Sneak Studio ha intrapreso il progetto per aumentare la consapevolezza dei modi in cui le materie plastiche comunemente usate, come i sacchetti della spesa e la carta da imballaggio, siano capaci di rientrare nella catena alimentare, e non solo nel pesce:


"Una gamma di vita marina tra cui lo zooplancton, il polipo, le vongole, le ostriche, i pesci e gli uccelli marini può ingerire microplastiche, con possibili conseguenze per la salute"- ha dichiarato lo studio olandese.



Alla fine del processo di smaltimento quindi, le microplastiche si spostano con estrema facilità fino in cima alla catena alimentare, finendo nei nostri piatti e persino nell'acqua imbottigliata, nella birra, nel miele e non solo. Le fotografie di Morten Bentzon mostrano ognuno di questi alimenti, ritratto su uno sfondo piatto dai colori vivaci. Gli uramaki giapponesi non sono più avvolti dalla celebre alga nori ma da sacchetti di plastica blu e grigi, mentre la densa schiuma di un bicchiere di birra viene sostituita da perle di polistirolo. Nei gusci delle ostriche invece, al posto dei molluschi, troviamo solo della pellicola trasparente, e all'interno del barattolo di miele tantissimi pezzi di plastica simili a coriandoli colorati. L'arte diventa denuncia, e attraverso la bellezza e il realismo di questi scatti rappresenta un promemoria a cui è impossibile restare indifferenti.


Sarai sorpreso di scoprire che consumiamo microplastiche non solo tramite i frutti di mare. Anche l’acqua non è al sicuro quando viene acquistata in bottiglie di plastica. Gli scienziati hanno trovato microplastiche anche in birra, miele e sale marino.”


Cosa sono le microplastiche e perché sono dannose per l’uomo e l’ambiente?


Negli ultimi anni l’inquinamento provocato dalla plastica è diventato un problema di cui tutti siamo a conoscenza, ma non tutti sanno che la plastica spesso, se viene abbandonata in natura, arriva sulla nostra tavola sotto forma di microplastiche. Le microplastiche sono delle minuscole particelle di materie plastiche inferiori a 5 millimetri che si formano in seguito al disgregarsi e deteriorarsi di pezzi di plastica più grandi come sacchetti, bottiglie, reti da pesca, capi sintetici, pneumatici. Infatti se la plastica non viene correttamente smaltita o riciclata persiste molto a lungo nell’ambiente. Basta pensare che il tempo di degradazione di una bottiglia di plastica può variare fra i 100 e i 1000 anni. Sfortunatamente tutta la plastica prodotta non viene riutilizzata, e perciò finisce per essere abbandonata nell’ambiente provocando delle conseguenze disastrose. L’inquinamento da plastica e da microplastica è oggi ovunque: negli oceani, nei campi agricoli, nei prodotti alimentari e nell’acqua che beviamo. La problematica maggiore è legata alle microplastiche presenti in mare che possono essere ingerite dagli animali marini come pesci, molluschi e crostacei e quindi, attraverso la catena alimentare, la plastica e le sostanze chimiche tossiche da essa veicolate possono arrivare direttamente sulle nostre tavole. Il rischio è, dunque, anche per gli esseri umani: gli inquinanti rilasciati dalle microplastiche possono essere ingerite e finire nel nostro organismo. Tali inquinanti possono interferire con il sistema endocrino umano fino a produrre alterazioni genetiche.



Attenzione però che le microplastiche non si trovano soltanto negli oceani, ma sono presenti in moltissimi prodotti della nostra igiene e quotidianità, a partire dalla cosmetica (creme, shampoo, bagnoschiuma) fino al make up.

Negli anni Novanta infatti i produttori di prodotti per il make-up e cosmetici hanno cominciato a inserire delle “microsfere” nei detergenti per la pelle, nei dentifrici, nelle creme viso-corpo, nelle creme da barba, con la funzionalità di agenti esfolianti. Per poterli individuare è sufficiente leggere la composizione chimica sull’etichetta del prodotto. Le microplastiche utilizzate più frequentemente sono: Polyethylene (PE), Polymethyl methacrylate (PMMA), Nylon, Polyethylene terephthalate (PET), Polypropylene (PP).



Queste particelle entrano in contatto con la nostra pelle, provocando delle alterazioni fisiologiche. Oltre a essere dannose per il nostro corpo, le microplastiche presenti nei prodotti di bellezza finiscono direttamente in mare attraverso le tubature della doccia e del lavandino. Quello che molti consumatori ignorano è che queste ultime non sono trattenute dai sistemi di depurazione e finiscono così direttamente nelle reti idriche, nelle acque pubbliche, in mari laghi e fiumi, percorrendo il pericoloso ciclo sopra descritto.


Quali soluzioni si possono adottare?


La plastica e le microplastiche rappresentano quindi una problematica purtroppo molto grave, diffusa e globale su cui è indispensabile intervenire subito. È necessario prendere dei provvedimenti nella lotta all'inquinamento della plastica, quindi aumentare i tassi di riciclaggio dei rifiuti di plastica nell’Unione Europea e rendere tutti gli imballaggi di plastica riutilizzabili o riciclabili entro il 2030. Lo scopo di questa strategia non è quello di attuare una “guerra” alla plastica ma di favorire un'economia circolare della plastica in cui trattare questo materiale in maniera sostenibile e responsabile, in modo da poter fermare gli effetti dannosi e preservare il valore della catena di produzione. Inoltre, gli europarlamentari hanno richiesto alla Commissione di introdurre in tutta Europa il divieto di aggiungere intenzionalmente microplastiche nei cosmetici, prodotti per la cura personale, detergenti e prodotti per la pulizia entro il 2020 e di introdurre delle norme più severe per ridurre significativamente il rilascio involontario delle microplastiche dai tessuti sintetici, dagli pneumatici, dalle pitture e dai mozziconi di sigaretta.

 

Fonti:



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