Coca-Cola Italia ormai da qualche anno si pone l’obiettivo di minimizzare l’impatto dei prodotti e delle attività in un’ottica sostenibile, innovando il ciclo di vita dell’imballaggio, riducendo i consumi energetici e le emissioni di gas e gestendo responsabilmente le risorse idriche.
Seguendo le linee guida tracciate dapprima dalla strategia Europa 2020, e successivamente rafforzate dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, Coca-Cola Hbc Italia ha da tempo scelto di diventare promotore della transizione verso un’economia più sostenibile per contribuire ad una crescita intelligente e rispettosa dell’ambiente.
A conferma di ciò, gli investimenti dell’azienda sono indirizzati verso un continuo miglioramento come afferma Vitaliy Novikov, amministratore delegato di Coca-Cola Hbc Italia: “La sfida alla sostenibilità ci vede in prima linea proprio in virtù del rispetto verso i territori in cui operiamo. L’eco-design rappresenta una frontiera importante su cui vogliamo continuare a investire per progettare […]”.
In concreto, bottiglie e lattine, da sempre 100% riciclabili, hanno visto ridursi le quantità di plastica, vetro ed alluminio rispettivamente del 20%, 25% e 15%. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una maggiore attenzione verso l’Eco-design, ovvero la progettazione di imballaggi con un impiego sempre più efficiente dei materiali.
Attraverso lo studio di nuove tecnologie tra cui la tecnica della “sgrammatura” (lightweighting) è stato possibile ridurre e ottimizzare il peso e il volume dei packaging. Dagli anni ’80, infatti, il peso delle bottiglie è diminuito notevolmente (-45,7%), con una conseguente riduzione del materiale utilizzato (PET).
I dati degli ultimi 10 anni lo testimoniano:
Solo nell’ultimo anno l'azienda è riuscita a riciclare l'8% del PET, ottenendo così un nuovo materiale ancora più eco-friendly, l'r-PET; l’obiettivo di Coca-Cola Italia è di arrivare a riciclare il 50% entro il 2030.
Tuttavia, in Italia ciò è possibile solo in maniera limitata. L’art. 2 del decreto n.134 del 2013, infatti, impedisce alle aziende l’utilizzo della plastica riciclata per più del 50% del prodotto. Questo vuol dire che necessariamente metà della plastica utilizzata nella creazione di un prodotto dev'essere nuova, “vergine”. Questa limitazione – fa sapere Coca-Cola Hbc Italia – impedisce il progresso già presente o avviato di altri Paesi quali Svezia, Olanda e Norvegia e mette un freno all’eliminazione della plastica monouso, obiettivo a cui si ispirano le direttive Europee.
In particolare, in questi paesi l’azienda si sta impegnando affinché tutte le bottiglie di piccolo e grande formato dei marchi Coca-Cola, Sprite e Fanta prodotte localmente saranno composte per il 100% da r-PET. L’obiettivo è, dunque, la diminuzione in media di circa 9.3mila tonnellate di polimero vergine all’anno, che porterà l’impronta di carbonio a diminuire del 24%.
Inoltre, usare il r-PET porterà una riduzione di costi pari a 800€/ton rispetto al PET vergine. Questo è dovuto alla plastic tax, approvata nel 2019 e che entrerà in vigore dal 2021. Questa tassa, infatti, andrà a colpire principalmente la plastica nuova facendo così convenire il riciclo. (Se vuoi saperne di più: https://www.soluzioniplastiche.com/post/plastic-tax-nuovi-sviluppi).
Bottiglie prodotte con plastica riciclata proveniente dagli oceani.
Coca-Cola ha dimostrato così di porre al centro del suo progetto di crescita la sostenibilità, concentrandosi non solo sul prodotto finale, ma anche sui processi produttivi, ad esempio utilizzando energia proveniente unicamente da fonti rinnovabili, sulla logistica e sull'introduzione di mezzi e strumenti sempre più eco-friendly.
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